Se siete amanti delle spine i generi Echinocactus e Ferocactus sono i più indicati per voi. Entrambi i generi raggruppano specie dal portamento inizialmente globoso e col tempo tendente al brevicilindrico. Le spine di queste piante sono sempre robuste, lunghe, spesso piatte e larghe e, nel caso dei Ferocactus, terminano con un uncino. Sono cactacee molto robuste e di facile coltivazione ma richiedono il massimo della luce. Esemplari di Ferocactus ed Echinocactus perfettamente coltivati rappresentano un vero e proprio gioiello della Natura!
Piante robuste e di facile coltivazione, le specie appartenenti ai generi Echinocactus e Ferocactus possono raggiungere dimensioni notevoli anche se tenute in vaso. Si tratta di cactacee molto diffuse e apprezzate, in particolare dagli amanti delle spine “importanti”. La loro coltivazione è semplice e la fioritura in alcune specie avviene dopo 6-7 anni dalla semina. In altre specie, ad esempio Echinocactus grusonii, il cosiddetto “cuscino della suocera”, per poter vedere i fiori occorrono almeno 30 anni, purtroppo!
Ecco, in questo articolo, alcune tra le specie più interessanti di questi due generi e qualche considerazione in merito. (…)
Echinocactus e Ferocactus sotto molti aspetti sono generi affini. Sono cactacee originarie delle zone desertiche del Messico e del Nord America (Arizona, California, Nuovo Messico e Texas). Le specie appartenenti a questi due generi hanno quasi sempre forma globosa, in molti casi tendente al portamento brevicilindrico con l’avanzare dell’età, e in natura possono raggiungere dimensioni notevoli e altezze anche fino a tre metri. Hanno quasi sempre coste molto marcate, possono essere cespitose o pollonare alla base con l’età. Senza dubbio, la caratteristica che accomuna Echinocactus e Ferocactus è la presenza di spine notevoli: spesse, robuste, lunghe, in molti casi uncinate, di colore dal giallo al rosso brillante, passando per il grigio e il biancastro (nelle spine più vecchie).
Alcune specie hanno spine molto fitte, ad esempio la specie grusonii nel genere Echinocactus e le specie acanthodes e johnstonianus nel genere Ferocactus. Altre specie hanno spine molto importanti ma meno dense: ad esempio nelle specie texensis e ingens nel genere Echinocactus e nelle specie macrodiscus e peninsulae nel genere Ferocactus.
A cosa servono le spine e perché i cactus le hanno sostituite alle foglie?
Si tende a pensare che Echinocactus e Ferocactus fioriscano solo dopo molti anni, ma questo è vero solo per alcune specie. Echinocactus grusonii, ad esempio fiorisce dopo almeno una trentina di anni, mentre Echinocactus horizonthalonius può fiorire dopo circa sette o otto anni, su piante relativamente piccole. Stesso discorso per le specie del genere Ferocactus: la specie schwarzii può fiorire solo dopo parecchi anni e con soggetti di notevoli dimensioni, mentre F. macrodiscus è in grado di fiorire già verso i cinque/sei anni, con piante di piccole dimensioni.
La coltivazione di entrambi i generi è molto semplice e adatta anche ai meno esperti, ad eccezione di alcune specie un po’ più esigenti (come E. parryi, E. polycephalus, F. johnstonianus). Il substrato ottimale deve essere molto drenante ma non privo di una frazione organica (torba o humus di lombrico). Può andare bene il classico mix a base di lapillo, pomice e torba in parti uguali, oppure una miscela con terra di campo, inerti e torba al massimo al 30%. Anche la marna, miscelata con inerti, dà ottimi risultati con alcune specie, come E. horizonthalonius e F. acanthodes. Le annaffiature devono essere abbondanti e distanziate da aprile a settembre, mentre nei mesi autunnali e invernali le piante devono stare in terriccio completamente asciutto. In questo modo possono reggere temperature minime anche di poco inferiori a 0 gradi (attenzione con Ferocactus latispinus, molto sensibile al freddo umido, che causa l’insorgenza della “ruggine” sul fusto).
Quanto all’esposizione, Echinocactus e Ferocactus vogliono il massimo della luce possibile per mantenere il fusto compatto e produrre spine all’altezza della loro… reputazione. Il sole diretto va benissimo, a patto di abituare gradualmente le piante a partire dal mese di marzo.
Semplice è anche la semina di questi due generi, che segue le regole valide per tutte le cactacee. Le specie più impegnative, da questo punto di vista, sono E. parryi, E. polycephalus ed E. horizonthalonius (i semi di quest’ultima specie necessitano di scarificazione).
A questo link trovate la scheda di coltivazione degli Echinocactus in pdf scaricabile.
A questo link trovate la scheda di coltivazione dei Ferocactus in pdf scaricabile.
IL VIDEO – Qui un video con alcuni dei miei Echinocactus e Ferocactus che tengo all’aperto da fine marzo a ottobre:
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Come sempre articoli meravigliosi!
Una domanda, ho un Ferocactus stanesii che mi sta fiorendo regolarmente, ma ogni volta non produce frutti con semi. Il genere produce piante con fiori autofertili? Se no ho già capito il problema 😂
Ciao, su questo tema sono poco preparato ma credo che la pianta non sia autofertile… 🙂
Lo immaginavo visti i numerosi tentativi di fruttificazione essendo l’unico ferocactus Fiorito del quartiere 😅
A quanto vedo, a meno che non ci siano qualche eccezione, generalmente i cactus tendono a non essere autofertili
Sì, ce ne sono solo alcuni autofertili, come le Epithelantha…