Titanopsis calcarea, una succulenta a fioritura invernale con regole di coltivazione particolari

Dalla metà di dicembre all’inizio di gennaio è tempo di fioritura per una pianta succulenta piuttosto diffusa e molto apprezzata dal punto di vista estetico: Titanopsis calcarea. L’aspetto delle foglie, la loro disposizione, il colore e i rilievi puntiformi (simili a verruche) sulla superficie carnosa delle foglie stesse fanno di questa pianta  una piccola roccia vivente, al pari con i Lithops. E non è un caso che il nome Titanopsis derivi dall’unione dei termini greci “titanos” (inteso come “gesso”, “calce”) e “opsis“, ossia “aspetto”. Insomma, pianta dall’aspetto di una roccia calcarea o di un “grumo di terra” (l’efficace definizione è di Giuseppe Lodi), potremmo definirla. Il genere Titanopsis appartiene alla famiglia delle Aizoaceae (ex Mesembriantemaceae) ed è originario dell’Africa del Sud, in particolare della Namibia e della Provincia del Capo. La coltivazione di queste piante, e nello specifico della Titanopsis calcarea, richiede qualche accorgimento particolare rispetto a quelli che riserviamo alle cactacee.

Entriamo in dettaglio e conosciamo meglio questa pianta e le sue esigenze nell’articolo che segue (….).

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La famiglia delle Asclepiadaceae: succulente africane con fiori bellissimi ma… puzzolenti

Quella delle Asclepiadaceae è una delle famiglie di piante succulente più importanti. E’ originaria dell’Africa e raggruppa molte specie apprezzate e diffuse in commercio. La particolarità di queste piante è la spettacolare fioritura, che ha però un grosso “contro”: i fiori emanano un pessimo odore, un odore di carne in putrefazione!

Nonostante siano ormai passati più di vent’anni, ricordo ancora perfettamente il mio primo incontro con una Asclepiadacea. Da pochi anni mi ero avvicinato al mondo delle piante grasse e un giorno andai a visitare un vivaio alle porte della mia città. Ero intento a curiosare tra le succulente già da un bel po’ quando la titolare del vivaio, una signora su di età ma molto baldanzosa, evidentemente accortasi di me e dei miei interessi in fatto di piante, mi si avvicinò e mi disse: “La vuoi vedere una pianta grassa con dei fiori bellissimi?“. Risposi che sì, chiaro che la volevo vedere, così mi fece percorrere uno stretto corridoio ingombro di piante e mi indicò una grande succulenta in un vaso appeso. Aveva spessi fusti carnosi e dritti di colore verde con i bordi rossastri e da uno di questi fusti pendeva un enorme fiore a forma di stella con le punte allungate e sottili, con i petali di colore giallo sfumato attraversati da piccole striature scure. “Avvicinati, senti che buon profumo“, mi disse la signora passando da un sorriso trattenuto a una risata aperta, grassa, non appena obbedii e subito mi ritrassi, disgustato da quell’odore di carne putrescente che da quel fiore mi era entrato dritto nel naso.

Ecco, se da un lato ancora oggi mi piacerebbe vedere la mia espressione subito dopo aver annusato quel fiore, d’altro lato lo scherzo di quella vivaista ha impresso per sempre nella mia memoria il mio primo incontro con una Stapelia (nella fattispecie una Stapelia gigantea), ma soprattutto con il suo fiore, tanto bello e appariscente quanto terribile, disgustoso in fatto di odore. E d’altra parte è questa la caratteristica principale di quasi tutte le piante appartenenti alla famiglia delle Asclepiadaceae (scritto anche Asclepiadacee): i loro fiori, si tratti di quelli di piccole dimensioni dei Piaranthus o di quelli enormi di certe Stapelia, puzzano tremendamente. L’odore che emanano è quello della carne in putrefazione, in particolare, e c’è un motivo ben preciso se la Natura ha scelto così per loro.

Vediamo allora perché questa ampia famiglia di succulente è condannata a produrre fiori con splendide forme, incredibili striature eppure terribilmente maleodoranti. Conosciamo meglio le Asclepiadaceae, i vari generi appartenenti a questa famiglia originaria dell’Africa e impariamo a coltivarne correttamente le varie specie. (…)

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Crassula ovata, “albero di giada” o “pianta dei soldi”: ecco come coltivarla al meglio

Chi non ha mai visto un esemplare di Crassula? Queste piante, appartenenti alla famiglia delle Crassulaceae, sono molto diffuse e coltivate un po’ ovunque grazie alla loro adattabilità. La Crassula ovata, in particolare, è una pianta grassa molto decorativa, a forma di alberello con foglie spesse e carnose e può essere coltivata tanto all’esterno quanto in appartamento, purché in buone condizioni di luce. 

Conosciuta comunemente come “albero di giada” per via del colore verde brillante delle sue foglie carnose, o “pianta dei soldi” per la forma tondeggiante/allungata sempre delle foglie, la Crassula ovata è una pianta succulenta molto diffusa in coltivazione. La si può osservare spesso anche negli appartamenti, dove cresce comunque bene grazie alla sua grande adattabilità e dove può aggiungere un tocco di verde non scontato grazie al suo portamento ad alberello, con rami spessi e robusti di colore marrone. La Crassula ovata è sicuramente una pianta comune, per nulla ricercata e semplice nelle forme; tuttavia, ha un suo fascino e la facilità di coltivazione la rende una succulenta praticamente alla portata di tutti.

Nell’articolo che segue vediamo in dettaglio da dove proviene la Crassula ovata, quali sono le esigenze di coltivazione di questa succulenta, quali sono i suoi punti deboli e come può essere riprodotta con successo anche da chi è alle prime armi nella coltivazione delle piante grasse. (…)

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Lithops: particolarità e regole di coltivazione delle cosiddette “piante sasso” o “pietre viventi”

Restare indifferenti ai Lithops è impossibile. Queste piccole piante grasse sono un capolavoro della natura e somigliano in tutto e per tutto a sassi o ciottoli. Possono avere il fusto di vari colori e la parte superiore ha sempre dei disegni e delle puntinature affascinanti. Come si coltivano i Lithops? Conoscere le esigenze di queste piante è fondamentale perché i Lithops si coltivano in modo differente rispetto ai cactus e a moltissime altre succulente.

Conosciuti anche come “piante sasso” o “pietre viventi”, i Lithops sono un genere di succulente sempre molto apprezzato e diffuso in coltivazione e nelle collezioni. Si tratta effettivamente di piante di piccole dimensioni, molto particolari, esteticamente gradevoli e disponibili in una infinita varietà di colori e sfumature. Parlando di Lithops va chiarita subito una cosa: si tratta di succulente non cactacee. Queste piante, in altre parole, non rientrano nell’ampia famiglia delle Cactaceae (che comprende appunto i cactus), bensì in quella delle Mesembryanthemaceae. In realtà, secondo molti autori, ad oggi la famiglia delle Mesembryanthemaceae non esiste nemmeno più e i generi ad essa un tempo riconducibili vanno compresi nella famiglia delle Aizoaceae. Di questa vasta famiglia di piante succulente fanno parte moltissimi altri generi spesso diffusi in coltivazione o in natura anche in Europa, come Carpobrotus (i cui frutti commestibili sono detti anche “fichi degli ottentotti”), oppure Conophytum, Delosperma, Faucaria, Fenestraria, Lapidaria, Oscularia, Pleiospilos, Titanopsis e Trichodiadema.

Approfondiamo la conoscenza con il genere Lithops in questo articolo, in cui vedremo anche il particolare regime di coltivazione di cui hanno bisogno queste piante per poter vivere nel nostro emisfero. (…)

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Euphorbia: una famiglia di succulente che piace molto anche ai cactofili più incalliti

Le Euphorbia sono piante grasse molto diffuse in tutto il mondo e apprezzate anche da chi coltiva cactus. La famiglia delle Euphorbiaceae comprende specie molto variabili che possono andare da piante a foglia come la classica “Stella di Natale” (Euphorbia pulcherrima) a piante globose, fino a grandi esemplari ramificati con portamento a candelabro, molto decorativi.

Le specie succulente appartenenti alla famiglia dell’Euphorbia (Euphorbiaceae) sono apprezzate e coltivate da molti appassionati di cactacee. La variabilità nelle forme e alcune affinità di coltivazione con i cactus rendono queste piante un’ottima alternativa per “variare” le collezioni di succulente. E’ però fondamentale conoscere le principali esigenze delle Euphorbie per poterle coltivare con successo. Quella delle Euphorbiaceae è la quarta famiglia in ordine di grandezza tra le angiosperme, ossia le piante a fiore. Le Euphorbiaceae si suddividono i 5 sottofamiglie, 300 generi e ben 6.000 specie, molte delle quali succulente. Queste piante hanno un portamento molto variabile: possono essere in forma di piccole erbe, oppure in forma di veri e propri arbusti, possono essere colonnari o cespitose, molto spinose o con fusto perfettamente liscio. Inoltre possono avere foglie così come possono esserne del tutto prive. Le Euphorbiaceae, a differenza delle Cactaceae (originarie esclusivamente delle Americhe – vedi la mappa della distribuzione delle succulente) provengono da quasi ogni parte del mondo, ad eccezione, naturalmente, delle aree artiche e antartiche. Alcune specie provengono dall’Africa, altre dalle Americhe, altre ancora dall’Asia.

Approfondiamo la conoscenza delle Euphorbia nell’articolo che segue, con descrizione, immagini, curiosità e tecniche di coltivazione specifiche per questa famiglia di piante. (…)

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