Un rinvaso… mostruoso! Come scegliere bene un cactus e cosa fare subito dopo l’acquisto

Non amo particolarmente le succulente crestate, ma al tempo stesso non sono del tutto indifferente al loro fascino e ogni tanto qualche esemplare “mostruoso” finisce nella mia serra. Piccola digressione: se non sapete cosa sia una pianta “crestata” o “mostruosa”, nell’articolo raggiungibile tramite questo link troverete tutte le risposte. Premesso questo, nelle scorse settimane ho acquistato un Myrtillocactus crestato da un vivaista specializzato in piante succulente. La pianta è in ottima salute e ben formata, ma il substrato, come quasi sempre accade quando si acquistano cactacee, è eccessivamente torboso, quantomeno per il tipo di coltivazione che ho adottato ormai da anni. Ho allora colto l’occasione per descrivere l’operazione di rinvaso di questo Myrtillocactus, così da poter parlare di piante “mostruose”, di rinvasi, di substrati semplici e alla portata di tutti dal punto di vista della realizzazione e di buone pratiche da seguire quando si acquistano nuove piante.

Ecco allora il resoconto – corredato dalle foto dei singoli passaggi – di questo rinvaso, con alcune considerazioni utili, per l’appunto, in merito a terricci, nuovi acquisti e cactacee crestate. (…)

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E’ arrivata proprio dai cactus l’ispirazione per produrre idrogeno a costi più sostenibili

Che i cactus siano un piccolo miracolo della Natura, da un punto di vista “evoluzionistico” e per quanto concerne l’ingegnosità delle piante, è un fatto noto a chiunque abbia approfondito un minimo le caratteristiche e le capacità di questa famiglia botanica. Il loro modo di accumulare riserve idriche, di adattarsi a condizioni estreme e di escogitare soluzioni “creative” per far fronte alle avversità insite nei loro luoghi di origine è unico e sofisticato. In una parola, affascinante. E come spesso accade, l’uomo osserva la Natura e ne trae spunto per ricavare soluzioni a problemi o, semplicemente, per tentare di migliorare la propria condizione. Un curioso caso che segue queste dinamiche è stato recentemente riportato da alcuni siti internazionali specializzati e riguarda la produzione di idrogeno, che proprio grazie ai cactus, sebbene indirettamente, potrebbe rivelarsi economicamente più abbordabile.

Ecco in dettaglio di cosa si tratta (…).

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I cactus, la primavera che non arriva e la pioggia che non dà tregua: dobbiamo preoccuparci?

Una primavera che stenta ad affermarsi, temperature che oscillano in continuazione con giornate soleggiate e molto calde e giornate uggiose col termometro in picchiata. Soprattutto, pioggia fitta quasi tutti i giorni da almeno una settimana, quantomeno qui al Nord. Molti, tra noi, hanno già trasferito le loro cactacee e succulente all’esterno, o hanno tolto le protezioni invernali (tessuto non tessuto o teli trasparenti). In tanti si preoccupano, alcuni corrono ai ripari riportando le piante al coperto, altri sono indecisi sul da farsi… E’ davvero il caso di preoccuparsi per la combinazione tra basse temperature e pioggia insistente?

Ecco in questo articolo qualche riflessione e la risposta alla domanda che in tanti mi state ponendo in questi giorni, come sempre sulla base di quello che ho imparato in anni di coltivazione (…).

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Scoperta nuova specie di cactus: “Copiapoa invisibilis”! Le eccezionali foto di una pianta… che non esiste più

A scanso di equivoci: il titolo è ironico e qui si parla di marciume, purtroppo. Nessuna nuova Copiapoa è stata scoperta e tantomeno lo è quella che vedete in questa foto e nelle incredibili immagini all’interno di questo articolo. Semplicemente, questo è quel che rimane di una mia Copiapoa cinerea marcita questo inverno senza che nemmeno me ne accorgessi. Quello che vedere altro non è se non l’armatura di spine che la pianta mi ha lasciato. Gli aculei sono talmente compatti e ravvicinati da mantenere perfettamente la forma della pianta (con tanto di fiore secco all’apice). Il fusto, semplicemente, non esiste più. E’ marcito ed è “evaporato”, sparito.

Ecco cosa è successo e, soprattutto, ecco le eccezionali foto di questa pianta, la cui sorte, peraltro, tocca di tanto in tanto anche agli esemplari in habitat, come mi è capitato di vedere in alcune foto online e una volta, direttamente, con un giovane esemplare di Ferocactus in occasione di un mio viaggio in Messico. (…)

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Secondo uno studio di “Nature Plants” i cactus sono le piante più esposte a rischio estinzione

Cactaceae (cactus), una famiglia di piante del Nuovo Mondo, è uno dei gruppi di organismi più a rischio di estinzione del pianeta“. L’assunto è tranchant ma la fonte, purtroppo, è attendibile, dal momento che il passaggio è tratto da un estratto di uno studio pubblicato da Nature Plants, rivista scientifica pubblicata da Nature Publishing Group. Lo studio è stato pubblicato nell’aprile del 2022 con il titolo “Elevato rischio di estinzione dei cactus a causa dei cambiamenti climatici”. Può sembrare un paradosso, dal momento che alcune cactacee stanno adattandosi a climi non propriamente ideali, come quelli che caratterizzano le Alpi Svizzere, come ho riportato in un precedente articolo. Purtroppo è tutto connesso, collegato e conseguente al cambiamento climatico.

Vediamo in dettaglio cosa riporta lo studio pubblicato da Nature Plants (…).

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