I cactus e l’innesto: quando si può innestare una pianta grassa e qual è la corretta procedura

Nei cactus così come in moltissime altre famiglie botaniche, l’innesto è una pratica comune, solitamente adottata per coltivare più facilmente piante delicate e per velocizzare i ritmi di crescita delle piante stesse. Consiste, in estrema sintesi, nell’unire una pianta delicata con una pianta robusta, che fornirà alla prima il nutrimento e ne incoraggerà la crescita.

Chi segue questo sito sa bene che la “filosofia” alla base della coltivazione di cactus e succulente da me adottata è improntata a ottenere piante il più possibile simili a quelle in habitat. Il mio approccio alla coltivazione è in sostanza semplice e spartano e si ispira al metodo di coltivazione detto “wild”, che ha per l’appunto come scopo quello di ottenere cactus dall’aspetto naturale, vissuto e, nel complesso, per quanto possibile simile a quello che le piante hanno in natura. E’ per questa ragione che non è mia abitudine praticare l’innesto dei cactus, che può certamente essere una tecnica utile in molti casi ma che non porta, dal punto di vista estetico a ottenere esemplari simili a quelli che crescono nel loro habitat. Questo non solo per il fatto stesso che una pianta cresce innestata su un’altra, ma anche per il fatto che le piante innestate tendono col tempo ad assumere connotati molto diversi da quelli delle piante coltivate in modo naturale. Le piante innestate possono infatti avere fusti molto più gonfi, talvolta deformi rispetto alla norma e anche le spine possono crescere in modo differente.

Considerato tuttavia l’alto numero di coltivatori che praticano l’innesto (utile peraltro a velocizzare la crescita dei cactus e a farli fiorire così da poterli impollinare per avere semi con cui riprodurli) o che non disdegnano la coltivazione di piante innestate e considerate molte domande che mi sono arrivate nel tempo via mail, ecco, per completezza, un articolo che tratta di questa pratica e spiega come innestare i cactus (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

I cactus, la primavera che non arriva e la pioggia che non dà tregua: dobbiamo preoccuparci?

Una primavera che stenta ad affermarsi, temperature che oscillano in continuazione con giornate soleggiate e molto calde e giornate uggiose col termometro in picchiata. Soprattutto, pioggia fitta quasi tutti i giorni da almeno una settimana, quantomeno qui al Nord. Molti, tra noi, hanno già trasferito le loro cactacee e succulente all’esterno, o hanno tolto le protezioni invernali (tessuto non tessuto o teli trasparenti). In tanti si preoccupano, alcuni corrono ai ripari riportando le piante al coperto, altri sono indecisi sul da farsi… E’ davvero il caso di preoccuparsi per la combinazione tra basse temperature e pioggia insistente?

Ecco in questo articolo qualche riflessione e la risposta alla domanda che in tanti mi state ponendo in questi giorni, come sempre sulla base di quello che ho imparato in anni di coltivazione (…).

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Piante in vegetazione con fiori e spine: quando possiamo riprendere ad annaffiare?

Quando si può cominciare ad annaffiare i cactus e le piante grasse? Da quale momento si può riprendere a dare acqua dopo il periodo di stasi invernale? Queste domande sono tra le più comuni tra gli appassionati di piante succulente e generalmente si pensa che con i primi caldi, con il primo innalzamento delle temperature si debba riprendere ad irrigare i cactus. Il tema è molto delicato perché un errore in questa fase, ossia nel periodo di transizione tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, può essere letale per le succulente.

Con l’allungarsi delle giornate in prossimità dell’arrivo della primavera, le cactacee escono dalla stasi e riprendono la vegetazione. Ce ne accorgiamo dalla produzione di nuove spine, anzitutto: è sufficiente osservare con attenzione l’apice delle piante per vedere i nuovi aculei spuntare dalle areole. I fusti possono ancora essere sgonfi a seguito dei mesi di asciutta invernale, ma le piante “sentono” l’arrivo della bella stagione – soprattutto dal lieve aumento delle temperature e dall’allungarsi del fotoperiodo – e, anche senza aver ricevuto acqua, escono dallo stato di dormienza. Moltissime cactacee, tra febbraio e marzo, danno il via alle fioriture. Tra i generi più precoci, i Turbinicarpus, gli Strombocactus, molte specie di Mammillaria, gli Ancistrocactus e gli Stenocactus, che in queste settimane si riempiono di boccioli. Le nuove spine sono invece evidenti in alcune specie di Echinocactus (soprattutto E. texensis ed E. parryi), Ferocactus e Neoporteria (=Eriosyce). Attenzione, però: se la ripresa della vegetazione è evidente e le fioriture sono in molti casi già in corso, non è detto che si debba cominciare con le annaffiature. Molti coltivatori, infatti, sulla base di questi segnali sono indotti a pensare che sia il momento di riprendere ad irrigare le cactacee. Molto spesso questa “fretta” si rivela disastrosa, perché se è vero che le piante stanno tornando in vegetazione, è altrettanto vero che l’apparato radicale può non essere ancora attivo. In queste condizioni, bagnare il substrato quando le temperature non si sono ancora assestate e permangono minime notturne non superiori a 4-5 gradi può innescare il marciume. 

Vediamo allora quando è opportuno riprendere le irrigazioni dei cactus e delle piante grasse e cosa fare in previsione dell’arrivo della primavera. (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Preparare cactus e succulente all’autunno: ecco tutto quello che c’è da fare

Ultime giornate calde, poi l’autunno entrerà nel vivo. Per chi coltiva cactus e piante succulente questo è un periodo delicato: è infatti necessario sapere esattamente quando sospendere le annaffiature, quali trattamenti fare alle piante e quando cominciare a ricoverarle in luogo riparato in attesa che arrivi l’inverno. Quasi tutti i cactus e molte succulente, infatti, durante i mesi invernali vanno in stasi. In altre parole bloccano la crescita e recuperano le energie per poter affrontare la successiva stagione vegetativa. Il freddo, per queste piante, è un alleato prezioso, in particolare per le fioriture, ma è necessario sapere come gestirlo perché è sufficiente un banale errore di annaffiatura per rischiare il marciume radicale della pianta.

In questo articolo e nel video a corredo dello scritto vediamo cosa fare in questo periodo dell’anno. (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

L’estate è al capolinea: fino a quando possiamo innaffiare i cactus e le piante succulente?

L’argomento è un classico e la domanda è tra le più frequenti in assoluto tra i coltivatori di cactus e succulente: fino a quando posso innaffiare le mie piante? In altre parole, posto che  – come anche i coltivatori meno esperti sanno – è opportuno tenere al freddo e all’asciutto i cactus durante i mesi invernali, fino a quando si possono innaffiare (o annaffiare: entrambi i termini sono considerati corretti in lingua italiana) le cactacee e quando esattamente dobbiamo sospendere le bagnature? E ancora: le innaffiature vanno sospese completamente o dovranno solo essere diradate? Ci sono cactacee che possono o devono essere annaffiate anche in autunno e in inverno? Ci sono piante succulente non cactacee, in particolare quelle a foglia, che vanno bagnate anche nei mesi invernali, pena l’avvizzimento di rami e foglie? E’ chiaro che una parte della risposta a queste domande può variare a seconda del luogo in cui coltiviamo le piante (c’è una grossa differenza, giusto per fare un esempio, tra la Riviera ligure, la Sicilia e il Trentino, oppure stati come la Gran Bretagna, la Spagna o la Germania), ma in linea di massima si può dire che esistono molti punti fermi che ogni coltivatore deve conoscere e rispettare per far sì che le sue succulente crescano sane e robuste e fioriscano copiosamente. Soprattutto, vi sono alcuni punti fermi che vanno rispettati per evitare, molto semplicemente, di far marcire i nostri cactus e le nostre piante grasse durante l’inverno o all’inizio della primavera.

E dal momento che il periodo in cui la maggior parte delle cactacee e delle succulente andrà in stasi vegetativa si avvicina, è il caso di approfondire questi punti fermi e imparare a distinguere quantomeno le macro-esigenze idriche delle varie famiglie di succulente. E’ esattamente quello che faremo nell’articolo che segue (…)

Per proseguire nella lettura dell'articolo Accedi o Abbonati
To continue reading the article LogIn or Subscribe

Pagamenti sicuri