Dopo una primavera quasi inesistente, anomala e brutta (il pensiero corre ovviamente all’Emilia Romagna, cui va tutto il mio supporto), le temperature sono notevolmente risalite e ci si avvia verso l’estate. Per certi aspetti, il periodo più delicato per cactus e succulente, vale a dire la transizione tra la fine dell’inverno e la ripresa vegetativa, è ormai alle spalle e i prossimi mesi saranno, in linea di massima, piuttosto “tranquilli” per chi coltiva queste piante. Di fatto i principali impegni riguarderanno le annaffiature e le fertilizzazioni, dal momento che i rinvasi dovrebbero ormai essere terminati e i trattamenti si possono dare all’occorrenza e non sistematicamente.
Anche nel periodo di piena vegetazione di cactus e succulente, tuttavia, non mancano insidie e vi sono alcuni elementi e fattori della coltivazione da tenere in debita considerazione. Li vediamo in dettaglio nell’articolo che segue (…).
Premessa
Alla volta di giugno, due primi pericoli per le piante succulente dovrebbero essere ormai scampati, se abbiamo fatto tutto correttamente (e indipendentemente dal fatto che questa primavera sia stata parecchio anomala). Mi riferisco al pericolo di spaccature sui fusti delle cactacee e a quello di scottature a seguito di un’esposizione tardiva o “frettolosa”. Una volta che i cactus hanno ripreso a vegetare dopo la stasi invernale, infatti, può accadere che a seguito delle prime annaffiature (se troppo abbondanti o ravvicinate) il fusto si “spacchi”. Ne parlo diffusamente nell’articolo collegato a questo link. In questo periodo dell’anno, anche in caso di primavera umida e fredda come quest’ultima, cactus e succulente dovrebbero aver già ricevuto almeno due o tre annaffiature e i fusti delle piante dovrebbero essersi rigonfiati. Se la ripresa è avvenuta gradualmente e le piante sono tornate gonfie, il rischio di spaccatura dei fusti per quest’anno si può dire archiviato.
Discorso per certi versi simile sotto il profilo dell’esposizione: ad oggi tutte le piante dovrebbero essere ormai da tempo nella loro collocazione ideale, dove resteranno fino all’autunno. In altre parole, chi teneva cactus e succulente in sottoscala, androni o garages, a quest’ora dovrebbe aver spostato le piante in piena luce (o a mezza luce a seconda dei generi), pena il rischio di eziolatura. Spostare bruscamente le piante adesso, con il sole di giugno che comincia a farsi più forte, può esporre le piante al rischio di forti scottature sui fusti. Che la primavera sia fresca o meno, che sia umida o meno, le piante vanno abituate gradualmente al sole intenso o al sole diretto e questo va fatto tra la fine di marzo e l’inizio di aprile. In questo modo cactus e succulente riescono ad abituarsi ai raggi solari diretti molto gradualmente, irrobustendo l’epidermide ben prima che il sole estivo li colpisca. Se non avete ancora spostato le vostre piante, fatelo subito ma riparatele con reti ombreggianti (soprattutto nelle ore più calde della giornata), altrimenti nelle prossime settimane cominceranno a comparire le prime scottature!
Coltivare i cactus: le 10 cose che devi assolutamente sapere!
Aria a volontà
Esaurite le necessarie premesse, che altro non sono se non pratiche comuni nella corretta coltivazione di cactacee e succulente in generale, ricordiamo che il principale elemento della coltivazione, a questo punto, è banalmente… l’aria. Banalmente, perché spesso si sottovaluta questo elemento, o addirittura non lo si considera affatto, dandolo per scontato. L’aria è invece il fattore principale per la sana crescita di qualsiasi pianta e in questa stagione, con le temperature che cominciano ad alzarsi sensibilmente (in serra completamente aperta nelle giornate soleggiate si arriva facilmente a superare i 40 gradi già in giugno, figurarsi in agosto), le piante necessitano del maggior ricircolo di aria possibile. Chi coltiva in una serra professionale, molto ampia, dovrà aprire al massimo la struttura, alzando i teli laterali e possibilmente lasciando aperte le porte anteriori e posteriori. Chi coltiva su balconi e terrazze non dovrebbe avere problemi di sorta, mentre chi coltiva in quelle piccole serrette ricoperte dal telo trasparente non deve far altro che… sbarazzarsi delle serrette, togliere da lì tutte le piante e smontare le serrette, che possono tornare comode, al massimo, in inverno (sebbene non siano comunque il massimo proprio a causa dello scarso ricircolo di aria che permettono). In questo periodo, se teniamo le piante in questo tipo di strutture, anche alzando al massimo le aperture in telo trasparente, non saremo comunque in grado di assicurare alle piante l’aria di cui hanno bisogno e con temperature elevate e umidità, il rischio di “lessare” le piante o di creare l’ambiente ideale per la formazione di muffe e funghi è elevatissimo. Perciò, se non lo avete già fatto, via le serrette (che possono essere usate al massimo come scaffali) e, dal momento che le piante non saranno sufficientemente abituate al sole intenso, schermatele con una rete ombreggiante non troppo leggera.
Annaffiature ed estivazione
In questo periodo, anche se quest’anno le temperature non sono ancora molto alte, è bene aumentare la frequenza delle irrigazioni. Se le giornate sono soleggiate e il meteo non prevede pioggia per i giorni seguenti, si può annaffiare una volta alla settimana. Il ritmo può anche essere portato a due annaffiature a settimana per alcune specie o per le piante succulente a foglia, se si nota un lieve raggrinzimento. Come sempre, la regola base è annaffiare solo quando il substrato appare asciutto e, nel dubbio, rimandare. Attenzione ai mesi caldi, ossia luglio e agosto, quando lo scarto tra le temperature massime e le minime notturne è minimo: in condizioni di caldo persistente molte cactacee e molte succulente possono andare in estivazione, rallentando o bloccando la crescita. In questi periodi è meglio non annaffiare del tutto, dal momento che le piante non assorbono acqua e il terriccio resterebbe umido troppo a lungo, con il rischio che si inneschino marciumi radicali.
Qualche annaffiatura in più dovrà essere riservata alle piante molto giovani e ai semenzali, che non sono ancora in grado di tollerare lunghi periodi di siccità in condizioni di caldo e, al tempo stesso, “spingono” maggiormente rispetto agli esemplari adulti.
Sul fenomeno dell’estivazione trovate un articolo specifico a questo link.
Fertilizzazione e trattamenti
In giugno è ancora possibile concimare le succulente. E’ sufficiente una passata, dando per scontato che una prima fertilizzazione è stata data in maggio o in aprile. Se le piante sono state rinvasate da pochi mesi non sarà necessario aggiungere fertilizzante all’acqua, ma se si tratta di esemplari che da anni vivono nello stesso terriccio una concimazione in più può essere utile a reintegrare i nutrienti un tempo presenti nel substrato. Attenzione al prodotto (che sia in polvere o in forma liquida poco conta), che dovrà essere specifico per piante succulente e pertanto povero di Azoto e ricco di Fosforo e Potassio, oltre ai microelementi. Durante l’estate vera e propria, ossia nei mesi di luglio e agosto, le concimazioni vanno invece sospese.
Per quanto riguarda i trattamenti, da anni ho ridotto al minimo l’uso di fitofarmaci e utilizzo soltanto ossicloruro di rame e olio di Neem. Il primo è un fungicida che va somministrato tramite nebulizzazione soltanto nei mesi in cui le piante non sono in vegetazione (in questo periodo va dunque evitato). Il secondo è un prodotto naturale, a basso impatto ambientale, contro parassiti, acari e con una modesta funzione fungicida. L’olio di Neem può essere somministrato, sempre per nebulizzazione, anche in questo periodo, con l’accortezza di agire solo quando il sole è calato o al mattino presto, prima che la luce diretta arrivi sulle piante. Ulteriori informazioni su questi due prodotti (ossicloruro di rame e olio di Neem) sono reperibili a questo link. Fungicidi e acaricidi ad azione mirata possono essere usati in casi specifici, ad esempio in caso di attacco da parte della cocciniglia o di marciume che colpisce più piante. In questi casi è sempre importante isolare gli esemplari malati da quelli sani ed effettuare trattamenti mirati ogni due settimane.
Ricordate sempre che la migliore arma contro parassiti e malattie delle succulente è la corretta coltivazione, in particolare una coltivazione spartana, con molta luce, moltissima aria, poche fertilizzazioni e poche concimazioni.
Rinvasare o non rinvasare?
In questo caso non esiste una risposta definitiva: durante il periodo estivo è possibile effettuare rinvasi. Personalmente preferisco evitare – salvo casi nei quali l’intervento non è differibile poiché la pianta è in evidente stato di sofferenza e ha probabilmente perso le radici – e rimandare i rinvasi alla fine dell’inverno e alla primavera. Con i nuovi acquisti, specie se le piante si trovano in torba, il rinvaso è invece consigliato in qualsiasi periodo dell’anno: meglio stressare un po’ la pianta piuttosto che lasciarla in un substrato non idoneo correndo il rischio che si inneschi il marciume. Come sempre, se si effettua un rinvaso e si ripuliscono o si accorciano le radici, è importante lasciare la pianta svasata in un luogo ombreggiato per almeno una decina di giorni prima di rinvasarla. Dopo il rinvaso, attendiamo ancora una o due settimane prima di riprendere le annaffiature, così da dare alle radici il tempo per cicatrizzare efficacemente. Questa accortezza è importante soprattutto in primavera e in estate, quando le piante sono in crescita e vengono annaffiate regolarmente: in inverno ovviamente il problema non si pone, dal momento che molte succulente e quasi tutti i cactus devono essere tenuti in terriccio asciutto.
Altre pratiche
Per il resto, l’estate è un periodo relativamente tranquillo per il coltivatore di cactacee e succulente. E’ sufficiente osservare gli esemplari e capire se stiano rallentando la crescita (estivazione) o meno e regolarsi di conseguenza con le annaffiature. Infine, un po’ di manutenzione non fa certo male: si possono tagliare gli steli floreali ormai secchi nel caso di piante come Aloe, Echeverie, Crassulacee, ecc, così come è buona cosa rimuovere i fiori secchi delle cactacee, che con le annaffiature si impregnano di acqua e possono alimentare muffe e funghi.
Le cure stagionali nel dettaglio
Se desiderate un quadro completo delle cure stagionali, con tutto quello che c’è da fare in primavera, estate, autunno e inverno per curare al meglio cactus e succulente, potete consultare questo articolo riassuntivo.
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Ciao, oggi ho acquistato questa cactacea, gentilmente me la potresti identificare? Aspetto che termini la fioritura per il rinvaso? E che terriccio dovrò usare? Grazie mille!
Ciao è un Gymnocalycium anisitsii. Aspetta il termine della fioritura per il rinvaso (anche se in linea di massima si potrebbe rinvasare anche in piena fioritura senza problemi). Per il terriccio va bene il classico mix pomice/torba/lapillo in parti uguali…
Ciao, vorrei chiederti questa Chamaelobivia a quanti gradi può resistere all’esterno in inverno. Ha circa tre anni e l’ho sempre riparata in mansarda a 16 gradi circa, per la prima volta questa primavera non ha fiorito….forse è stata troppo al caldo e va rinvasata?
Grazie!
Ciao, il fusto è un po’ lungo per essere una Chamalobivia… sei certo dell’identificazione? Nel dubbio io la terrei a 7-8 gradi e riparata dalla pioggia… Perdona il ritardo nella risposta ma in questi giorni il sito è stato in manutenzione…
Ciao, questa settimana ho acquistato un Gymnocalycium Baldianum argentina, anche per questo va bene il classico mix: pomice, torba, lapillo in parti uguali? Grazie mille!
Ciao, sì il mix tradizionale va benissimo con queste piante, usalo pure!
Ciao, vorrei acquistare un Trichocereus hibrid da fiore, li ha molto belli “Cactus Colombo”, gentilmente puoi indicarmi quale terriccio usare? Grazie!
Ciao, per i Trichocereus è sufficiente il mix tradizionale con pomice, lapillo e torba in parti uguali, oppure un terriccio semplice come quello che descrivo qui: https://www.ilfioretralespine.it/2022/07/21/terriccio-cactus-materiali-reperibili/
Sono piante affini al genere Echinopsis (in cui sono ricompresi da molti autori) e hanno poche esigenze, quindi si adattano bene a vari terricci purché sia presente almeno un 30-40% di torba…
Poi….. volevo chiederti se è normale che le Echinopsis ibride fioriscano solo una volta all’anno perchè le mie fanno così. Ti pongo questa domanda perchè ho visto postare su Facebook foto di queste cactacee in fioritura continua per tutta l’estate, è possibile? Grazie per i chiarimenti.
Gli Echinopsis fioriscono dalle tre alle quattro volte per stagione, solitamente. Io ne ho alcuni che fioriscono una sola volta e altre due o tre… Ma io coltivo in modo molto spartano, sicuramente per avere più fioriture è necessario spingere la pianta con fertilizzazioni più frequenti. Non c’è una grande differenza in termini di numero di fioriture tra esemplari “puri” e ibridi di Echinopsis…
Ciao, scusa se ti disturbo sempre, ho un problema con il Gymnocalycium Baldianum. Due settimane fa l’ho rinvasato nel mix: torba, pomice, lapillo e dopo 10 giorni ho annaffiato. Prima di rinvasarlo ho eliminato tutta la torba, perchè era privo di inerti ed ho pulito le radici disinfettando tutte le attrezzature usate. Oggi mi sono accorto che la pianta ha delle macchie grigiastre su un lato. Grazie mille!!!
Ciao Paolo, hai per caso esposto la pianta al sole (anche solo per poche ore al giorno)? Se proveniva da una serra e le hai dato luce più intensa (le serre di produzione sono sempre molto schermate) il problema potrebbe essere un inizio di scottatura. In quel caso, spostala in luogo ombreggiato, lontano dai raggi diretti del sole. Dalla foto io direi che la causa può essere questa, ma ovviamente non posso escludere altre ipotesi, ad esempio un fungo… Nel dubbio, mettila in luogo riparato e fai un trattamento con un fungicida ad ampio spettro (al massimo, se non è… Leggi il resto »
Ciao, volevo un chiarimento riguardo l’ossicloruro di rame. In ogni sito di vendita online me lo indicano come concime, anche se digito fungicida….alla fine ho acquistato Oxicur 50 rame 50% presso Farmacia Agricola. Sulla confezione c’è scritto: é un concime derivante da ossicloruro di rame in polvere bagnabile, ma non specifica se si può spruzzare sulle foglie o se si deve solo annaffiare. (Comunque è specificato che è ossicloruro di rame). Grazie!
Ciao, questa mi è nuova… mai sentito dire che l’ossicloruro di rame sia un concime, è un anticrittogamico largamente usato in coltivazione… In ogni caso, assicurati che il prodotto contenga ossicloruro di rame e basta (oppure abbinato a zolfo, al massimo). Va somministrato sempre per contatto e non per annaffiatura. Questo significa che devi diluire un determinato quantitativo di polvere in tot litri di acqua (i rapporti sono sempre indicati sulle confezioni) e poi nebulizzare il prodotto su fusti e foglie. In genere il trattamento va ripetuto due o tre volte a distanza di 15 giorni una dall’altra. Attenzione: il… Leggi il resto »