I fattori fondamentali per la crescita di una pianta sono moltissimi: dall’esposizione, alle annaffiature; dalle fertilizzazioni alle temperature. Tra questi fattori, uno dei più importanti – quantomeno per cactus e piante succulente – è il substrato. Il terriccio ideale per i cactus deve avere almeno due proprietà: essere drenante e asciugare rapidamente. (…)
Le possibilità per realizzare il terriccio idoneo alla coltivazione di cactus e succulente sono infinite, come potete leggere negli articoli dell’apposita sezione di questo sito. I materiali con i quali possiamo realizzare un substrato, d’altra parte, sono moltissimi: torba, pomice, lapillo, terra di campo, sabbia, ghiaia, ecc. Allo stesso modo, è importante ricordare che i vari “ingredienti” possono essere miscelati tra di loro in moltissimi modi: ad esempio, privilegiando i cosiddetti “inerti” rispetto alla componente organica, oppure gli elementi grossolani alla parte fine, e via discorrendo.
Se volete approfondire la conoscenza dei vari materiali che si possono usare per ottenere i substrati adatti alla coltivazione delle succulente potete leggere questo articolo specifico.
L’esperimento
In questo specifico caso, tuttavia, ho scelto, a titolo di esperimento, di rinvasare alcune piante ottenute dalla stessa semina (Echinocactus texensis) in tre tipi di terriccio, così da poter valutare come le varie composizioni dei substrati influenzano la crescita delle piante. Naturalmente, per poter ottenere i primi risultati servirà tempo, anche se le prime differenze nella crescita (più che altro nel ritmo di crescita) si potranno apprezzare già dopo il primo anno dal rinvaso.
Sui rinvasi potete consultare gli articoli contenuti nella sezione del sito raggiungibile cliccando qui. Se invece volete saperne di più sulla specie texensis del genere Echinocactus, potete leggere questo articolo specifico.
Il video
Ed ecco il video dell’esperimento con i diversi tipi di substrato e la descrizione dei materiali usati:
I risultati a quasi tre anni di distanza
A questo link trovate l’articolo con le foto e la descrizione dell’andamento dell’esperimento a tre anni di distanza. I risultati sono inaspettati e notevoli!
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