L’eccezionale fioritura del raro Selenicereus wittii nel Giardino Botanico di Cambridge: un evento mondiale

Può una singola fioritura tenere decine di migliaia di persone da tutto il mondo con il fiato sospeso e gli occhi puntati su un video in “time lapse”? Certamente sì, se questa fioritura è di una cactacea rara, coltivata in soli 16 giardini botanici in tutto il mondo. Il cactus è Strophocactus wittii (sinonimo Selenicereus wittii), comunemente detto “Moonflower” (“fiore di luna”) per via della sua fioritura notturna. Si tratta di una specie di Selenicereus simile alla più nota S. grandiflorus, in Italia conosciuta come “Regina della notte”. L’evento, occorso poche settimane fa, nel marzo del 2023, era tanto atteso e particolare da attirare l’attenzione di moltissimi ricercatori, studiosi e semplici appassionati. Non a caso la notizia è stata ripresa anche dalla celebre BBC.

Ecco in dettaglio la descrizione dell’evento fornita sia dalla BBC che dall’Università di Cambridge (…).

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In marzo un’esplosione di colori: una gallery fotografica con le più belle fioriture di cactus

I cactus possono fiorire in qualsiasi periodo dell’anno: dalla primavera all’estate, dall’autunno (ad esempio gli Ariocarpus) fino all’inverno (sebbene poche specie lo facciano in questi mesi). Tuttavia, è sicuramente la primavera il periodo migliore – come per quasi tutte le piante in generale- per godere delle splendide fioriture delle cactacee. L’ideale è la primavera inoltrata, nel periodo compreso tra maggio e giugno, ma anche marzo e aprile riservano esplosioni di colore eccezionali.

In questo breve articolo, ecco allora una gallery fotografica con le fioriture di marzo e con l’indicazioni delle specie e dei generi più “precoci” in questo senso (…).

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Piante in vegetazione con fiori e spine: quando possiamo riprendere ad annaffiare?

Quando si può cominciare ad annaffiare i cactus e le piante grasse? Da quale momento si può riprendere a dare acqua dopo il periodo di stasi invernale? Queste domande sono tra le più comuni tra gli appassionati di piante succulente e generalmente si pensa che con i primi caldi, con il primo innalzamento delle temperature si debba riprendere ad irrigare i cactus. Il tema è molto delicato perché un errore in questa fase, ossia nel periodo di transizione tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, può essere letale per le succulente.

Con l’allungarsi delle giornate in prossimità dell’arrivo della primavera, le cactacee escono dalla stasi e riprendono la vegetazione. Ce ne accorgiamo dalla produzione di nuove spine, anzitutto: è sufficiente osservare con attenzione l’apice delle piante per vedere i nuovi aculei spuntare dalle areole. I fusti possono ancora essere sgonfi a seguito dei mesi di asciutta invernale, ma le piante “sentono” l’arrivo della bella stagione – soprattutto dal lieve aumento delle temperature e dall’allungarsi del fotoperiodo – e, anche senza aver ricevuto acqua, escono dallo stato di dormienza. Moltissime cactacee, tra febbraio e marzo, danno il via alle fioriture. Tra i generi più precoci, i Turbinicarpus, gli Strombocactus, molte specie di Mammillaria, gli Ancistrocactus e gli Stenocactus, che in queste settimane si riempiono di boccioli. Le nuove spine sono invece evidenti in alcune specie di Echinocactus (soprattutto E. texensis ed E. parryi), Ferocactus e Neoporteria (=Eriosyce). Attenzione, però: se la ripresa della vegetazione è evidente e le fioriture sono in molti casi già in corso, non è detto che si debba cominciare con le annaffiature. Molti coltivatori, infatti, sulla base di questi segnali sono indotti a pensare che sia il momento di riprendere ad irrigare le cactacee. Molto spesso questa “fretta” si rivela disastrosa, perché se è vero che le piante stanno tornando in vegetazione, è altrettanto vero che l’apparato radicale può non essere ancora attivo. In queste condizioni, bagnare il substrato quando le temperature non si sono ancora assestate e permangono minime notturne non superiori a 4-5 gradi può innescare il marciume. 

Vediamo allora quando è opportuno riprendere le irrigazioni dei cactus e delle piante grasse e cosa fare in previsione dell’arrivo della primavera. (…)

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Attenzione alle fioriture invernali: da qui può innescarsi il marciume. Ecco le specie a rischio

Purtroppo è un fenomeno meno raro di quel che si può pensare. Proprio il fiore, la massima espressione della pianta, il suo strumento per riprodursi e salvaguardare la specie, può trasformarsi nel suo carnefice. Con le cactacee, piante che necessitano di un riposo stagionale corrispondente con i mesi invernali, il fiore talvolta può essere fatale. Accade ovviamente solo con quelle specie che fioriscono in pieno inverno, dunque una ristretta minoranza rispetto alla totalità delle cactacee. Ma spesso è proprio da lì, da quel fiore che sboccia in novembre, dicembre o in gennaio, che si innesca il marciume che, se trascurato o non visto, può condurre l’esemplare alla morte. E’ quello che è successo a due miei Ferocactus latispinus in questi giorni. O meglio, nelle scorse settimane, solo che il danno si è palesato recentemente. E ormai era tardi per intervenire e salvare le piante.

In questo articolo approfondiamo questo fenomeno e vediamo cosa si può fare per prevenirlo o, quantomeno, riuscire a intervenire prima che il marciume passi dal fiore alla pianta. (…)

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Cosa sono i “polloni” dei cactus. E’ meglio toglierli o lasciarli? Influiscono sulle fioriture?

Cosa sono i polloni? C’è chi li chiama “rami” e chi li definisce “nuove teste”. C’è chi, più prosaicamente, li definisce “figli” della pianta madre. In tutti i casi si tratta di nuove “protuberanze” che spuntano attorno al corpo della pianta principale.

Nei cactus, così come nelle Agavi, è un fenomeno molto comune e se in alcune specie non accade mai, in altre succede molto facilmente anche con piante giovani. Attenzione: non stiamo parlando di semenzali nati al riparo del fusto della pianta madre da semi caduti da quest’ultima, ma di veri e propri nuovi corpi attaccati al fusto principale e che spuntano da quest’ultimo per poi crescere costantemente di dimensione. Il termine corretto è “polloni” e a chiunque coltivi cactus o abbia dato un’occhiata a questa famiglia di piante in un vivaio o in un orto botanico sarà capitato di osservare uno o più esemplari pollonati. Perché i cactus producono i polloni, quali generi sono più propensi a pollonare e quali meno? E ancora, la domanda più frequente: è vero che i polloni “rubano” energia alla pianta madre e ne riducono le fioriture? I polloni stessi possono fiorire? Altra domanda molto frequente: conviene lasciarli attaccati alla pianta madre o è meglio toglierli? Possono essere usati come talee per ottenere nuove piante identiche alla pianta madre e, in caso di malattia di quest’ultima, possono essere staccati per salvarla e riprodurla? 

In questo articolo approfondiamo il tema e diamo una risposta a tutte queste domande. (…)

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