La grande resistenza dei cactus alla siccità, la loro capacità di tollerare il sole intenso, la rusticità di alcune specie in grado di sopportare le basse temperature sono note. Altrettanto note sono la sensibilità di queste piante all’umidità ambientale persistente e ai terricci poco drenanti e che restano bagnati a lungo, in particolare in inverno, quando la maggior parte delle specie sospendono la vegetazione e vanno in stasi. E’ per queste ragioni che se da una parte è cosa normale coltivare cactacee in piena terra in alcune regioni del Sud Italia o in Paesi europei a clima mite come Spagna e Grecia o direttamente negli stati di origine delle cactacee (Stati Uniti e Messico ad esempio), è invece del tutto inusuale coltivare succulente all’aperto, en plein air, negli stati centrali o settentrionali dell’Europa, o nelle regioni settentrionali italiane… Pianura Padana compresa, caratterizzata da inverni freddi e umidi a causa della nebbia (sebbene negli ultimi anni sia la nebbia che il freddo si siano ridotti anche in questa zona). In queste aree geografiche, da ottobre a marzo è necessario riparare la maggior parte delle cactacee in serre, verande, garage, sottoscala, dove le minime non scendono sotto lo zero, e sospendere le annaffiature. La sola idea di lasciare all’aperto i cactus, esposti alle intemperie, era considerata fino a qualche anno fa folle. Figurarsi piantare cactus in piena terra in Lombardia, nel cuore della Pianura Padana: roba da matti.
E questo è esattamente quello che ho fatto e che ho documentato anche fotograficamente nell’articolo che segue. (…)
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