Per una volta non parliamo di piante ma del mio romanzo “Il giorno immutabile”

Il lettori affezionati del sito mi perdoneranno se per una volta vado clamorosamente “off topic”, come si dice. Questo articolo non parla infatti di cactus e piante grasse ma del mio romanzo, “Il giorno immutabile” pubblicato poche settimane fa dal marchio Affiori – Gruppo Giulio Perrone Editore. Scrivo da sempre, ma sin da piccolo ho avuto nei confronti della letteratura un “timore reverenziale” che mi ha portato a scrivere e lasciare nel cassetto i miei racconti e il mio primo romanzo, scritto ormai qualche anno fa.

Qualcosa, alla fine del 2023, è successo e in due mesi ho scritto questo romanzo. A quel punto, convinto di avere per le mani una buona storia, che può toccare le corde di tutti, ho revisionato almeno 12 volte il manoscritto e l’ho proposto ad alcune case editrici, trovando nel Gruppo Giulio Perrone, affermato da oltre vent’anni a livello nazionale, l’editore giusto. 

Il libro sta andando davvero oltre ogni mia aspettativa e – mi perdonerete – è per i tanti impegni legati ad esso che sto trascurando “Il fiore tra le spine”. 

Chi volesse saperne di più sul mio romanzo, in questo comunicato stampa troverà tutte le informazioni, compreso il link ad una splendida recensione di un quotidiano online di Cremona. (…)

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Da una bancarella un curioso ritrovamento: ecco come si parlava di cactus nell’Italia di 60 anni fa

Il Serpente”, “L’Imperatrice”, “Il Riccio”, “La Testa Irsuta”, “Il Tessitore”, “Il Re del Deserto”. Ecco come in Italia negli anni Sessanta venivano chiamati alcuni comuni cactus ancora oggi molto diffusi in coltivazione. Erano gli anni del boom economico e per quanto il Paese fosse concentrato sul rilancio dell’economia, la fantasia evidentemente non mancava. Oggi la maggior parte di questi nomignoli non è più in uso e fa sorridere leggere queste definizioni per le cactacee, ma anche questo è un piccolo spaccato di storia, un piccolo esempio di come cambiano usi e costumi nel tempo. Questa “finestra sul passato” mi è offerta da un ritrovamento fortuito, avvenuto qualche mese fa, tra i tomi di una bancarella di libri. Tra un volume e l’altro, ecco spuntare un opuscolo, un fascicoletto a colori in carta sottile, ingiallito dal tempo ma tutto sommato ancora ben conservato. Il titolo della mini guida (il formato è di 11 centimetri di lunghezza per 17 centimetri di altezza e le pagine sono in tutto 16) è semplicemente “Cactus – Enciclopedia della flora”. Da quello che sono riuscito a ricostruire, si tratta di un inserto dell’allora ben nota rivista “Intrepido” uscito con il numero 42 del 18 ottobre 1962. Esattamente sessanta anni fa. 

Per chi ama le cactacee, ama le curiosità e subisce il fascino del passato (come me), ecco allora un piccolo tuffo in quegli anni Sessanta (…)

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