Come procurarsi i semi dalle piante grasse, come pulirli e conservarli correttamente

Come si procurano i semi dei cactus e delle piante grasse? Si possono solo acquistare o si possono produrre e raccogliere da piante da impollinare? E una volta raccolti i frutti dei cactus come si procede per pulirli ed estrarre i semi? E infine, come si conservano correttamente i semi di cactus?

Dovessero chiedermi quale sia una delle più grandi soddisfazioni che posso trarre dalla mia passione per cactus e succulente, non avrei dubbi sulla risposta: impollinare, riprodurre e veder fiorire una pianta da me seminata. Veder sbocciare il primo fiore di quel cactus che hai letteralmente visto nascere da una manciata di semi… ecco, è una di quelle cose che forse può capire solo chi ci è passato. La coltivazione è appassionante, veder crescere e fiorire le piante anche, ma quel fiore da quella piccola pianta nata e cresciuta grazie a te… quello ha un valore aggiunto, c’è poco da fare. Come si arriva dal seme al primo fiore e da quest’ultimo di nuovo a una manciata di semi? Con pazienza e per gradi, passando dall’impollinare la pianta, alla pulizia dei semi e alla semina vera e propria. E un po’ di esperienza, certo. Il percorso può essere lungo (non tanto quanto si possa credere!), ma ne vale la pena. Il primo passo, banalmente, è procurarsi i semi. I semi di cactus si possono acquistare online da rivenditori specializzati, ma si possono anche ottenere impollinando le proprie piante (o lasciandole impollinare da api e vespe). Una volta ottenuti i frutti, questi andranno puliti accuratamente e i semi, se si intende effettuare la semina l’anno successivo, dovranno essere conservati correttamente così da non compromettere la loro germinabilità.

Vediamo tutto quanto riguarda la raccolta, la pulizia e la corretta conservazione di semi di cactus e piante grasse nell’articolo che segue (…).

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Come, quando e quanto bagnare le succulente? Scordatevi il contagocce, benvenuta la pioggia

Come si annaffia un cactus o una pianta grassa? Ogni quanto innaffiare i cactus? Con quale acqua si bagnano i cactus e le piante succulente? Di quanta acqua hanno bisogno le piante grasse? E’ meglio bagnare i cactus e le piante succulente dall’alto o dal basso? Il tema legato alle annaffiature (o innaffiature) delle piante grasse è tra i più importanti in assoluto nella coltivazione di queste piante ed è importante sapere come, quando e quanto bagnare per avere una crescita rigogliosa ed evitare i marciumi.

Quello delle annaffiature (o innaffiature, sebbene il primo termine sia oggi di uso più comune) è tuttora uno dei temi più dibattuti tra chi si approccia alla coltivazione di cactus e piante grasse in generale. Quanta acqua vogliono i cactus? Quando vanno annaffiate le piante succulente? Ogni quanto vanno bagnate le piante grasse? Quelle riportate in apertura sono solo alcune delle domande più ricorrenti – e sorvolo, per ovvi motivi, su un’altra domanda che ho sentito spesso porre: “Ma i cactus vanno annaffiati?”. Come ogni essere vivente, le piante succulente hanno bisogno di acqua. Come, quanto e quando annaffiare dipende da molti fattori, come il periodo dell’anno, la zona in cui ci si trova (Nord o Sud Italia, ad esempio?), le temperature, l’umidità ambientale, i substrati che si utilizzano, la grandezza dei vasi, e altro ancora. Anche il metodo di annaffiatura è importante e c’è chi bagna cactus e succulente dall’alto, a pioggia, e chi le bagna dal basso, versando acqua nel sottovaso o in una bacinella. Fondamentale, infine, è la composizione del terriccio, o substrato, che dovrà essere drenante e in grado di asciugare in tempi brevi, dal momento che le piante succulente non tollerano assolutamente i ristagni idrici, che possono facilmente portare al marciume radicale.

Vediamo, in questo articolo, tutto quello che è opportuno sapere in relazione alle annaffiature delle succulente e dei cactus, così da avere piante sane ed evitare i marciumi. (…)

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Terra, terriccio, composta, mix: in altre parole, il substrato per cactus e succulente

Torba, pomice, lapillo, sabbia, quarzite, ghiaia, zeolite, akadama, terra di campo sono tutti materiali idonei alla realizzazione di un buon substrato per la coltivazione di cactus e piante grasse in generale. Esistono però infinite possibilità per arrivare alla realizzazione di un substrato ottimale per le piante grasse: è quello che vedremo in dettaglio in questo articolo, rispondendo così ad alcune delle domande più frequenti nella coltivazione di queste piante, ossia “quale è il terriccio giusto per i cactus?”, “come si realizza il substrato ideale per le piante grasse?”, “quale terriccio per i cactus”, “di quali substrati hanno bisogno i cactus?”.

Sarò tranchant, ma voglio sgombrare subito il campo da equivoci e falsi miti: la terra giusta per i cactus non esiste. Esistono tanti tipi di terricci (o composte, substrati, miscele, la sostanza non cambia) e ci sono generi che prediligono determinate sostanze e altri che ne richiedono altre ancora. Stabilito questo e depennata una delle prime Faq (Frequently Asked Questions) del cactofilo alle prime armi – «Quale è la terra migliore per i miei cactus? – si può dire che da una parte ci sono le caratteristiche che un buon terriccio per cactus deve necessariamente avere, ossia una buona capacità di drenaggio e una bassa percentuale di materiale organico (ad esempio torba o humus di lombrico); dall’altra le esigenze delle singole piante, che possono variare sensibilmente da genere a genere e da famiglia a famiglia (le esigenze in fatto di terriccio di un cactus, ad esempio, possono essere molto diverse rispetto a quelle di una Crassula o di un’Agave).

Vediamo in questo articolo quali sono i migliori substrati per la coltivazione di cactus e piante grasse sulla base della mia esperienza e a seguito di prove e sperimentazioni con varie miscele nel corso degli anni. Nell’articolo vengono descritti nel dettaglio i vari substrati con le percentuali e i dosaggi dei singoli materiali (come pomice, torba, lapillo, sabbia, perlite, ecc.) che dovranno essere assemblati per arrivare al terriccio finale. (…)

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