Il fusto grigio, le spine nere, la forma compatta e perfetta nella sua “semplicità” fanno della Copiapoa, in particolare delle specie del gruppo cinerea, un vero e proprio capolavoro della Natura. Tra gli appassionati di cactus queste piante rappresentano un vero e proprio gioiello, al punto che, purtroppo, attorno e a scapito delle Copiapoa si è da anni creato un mercato nero che muove milioni di dollari in tutto il mondo. Un mercato che comporta l’estirpazione di esemplari in habitat – ad onta delle leggi a tutela della specie – successivamente destinati al traffico illecito, con grave danno per l’ambiente e per l’intero genere Copiapoa. A maggior ragione, quando si acquista un esemplare di questa cactacea è fondamentale affidarsi a vivaisti specializzati, evitare aste online e, soprattutto, osservare bene la pianta. L’occhio esperto sa distinguere, quasi sempre, l’esemplare coltivato da seme e quello prelevato in natura. E se è vero che le Copiapoa cresciute nel loro habitat hanno colori e spine in grado di affascinare anche chi non è appassionato di cactacee, è altrettanto vero che con una corretta coltivazione anche esemplari ottenuti da seme possono diventare piante splendide e incredibilmente attraenti.
Proprio per esaltare la bellezza di fusti e spine di queste piante ho elaborato alcune foto di miei esemplari, scontornandoli e facendo sì che risaltino su uno sfondo nero. I risultati sono eccezionali, come mostra la gallery contenuta nell’articolo che segue. (…).
Non mi soffermerò, qui, sulla corretta coltivazione delle Copiapoa, dal momento che potete trovare informazioni molto dettagliate nella scheda in vendita nello shop, a questo link, così come nell’articolo che ho dedicato alla specie cinerea, raggiungibile tramite quest’altro link.
Basti qui ricordare che gli esemplari della specie cinerea hanno la particolarità di produrre una cera di colore grigio (detta “pruina”) a protezione del fusto, con la funzione primaria di limitare la traspirazione e aiutare le piante a sopportare lunghi periodi di siccità. E se è vero che è soprattutto nel loro habitat che queste piante producono grandi quantità di pruina, è altrettanto vero che con una coltivazione mirata e con una buona esperienza è possibile ottenere ottimi risultati anche in “cattività”. A maggior ragione, il traffico illecito di queste piante è – oltre che criminale – insensato, considerando anche che un esemplare estirpato dal proprio habitat ha poche chances di sopravvivere a lungo una volta entrato in una collezione privata, magari dall’altra parte del mondo (le Copiapoa sono originarie del Cile). Riguardo ad una importante operazione di contrasto al commercio clandestino di queste piante potete leggere l’articolo che tempo fa ho scritto sull’operazione Atacama, che ha visto l’Italia protagonista, nel bene e nel male. Trovate l’articolo a questo link.
Scopo di questo breve articolo è piuttosto mostrare le Copiapoa in tutto il loro splendore, evidenziandone i punti di forza, ossia forma, colore del fusto e spine. Ecco spiegata la scelta di “isolare” (ossia “scontornare”) le foto di alcuni miei esemplari e collocare l’immagine su uno sfondo nero.
Lasciamo parlare le foto: cliccate sull’immagine per ingrandirla.
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