Uno dei principali problemi che, da appassionati di piante grasse, ci si trova prima o poi ad affrontare è quello dello spazio a disposizione. Che si tengano le piante in giardino, in terrazzo, su balconi o in serra, prima o poi – soprattutto se si semina – si finisce per occupare ogni angolo disponibile. E’ inevitabile: ci sarà sempre quella pianta che ci affascina: in un vivaio, a una mostra-mercato, da un amico coltivatore…
L’esito è sempre quello: si finisce con l’ingegnarsi in tutti i modi pur di ricavare il posto per aggiungere nuovi arrivi. Nemmeno la serra ci mette al riparo da questa evenienza. Prima o poi lo spazio sui bancali finirà, così come quello su mensole o su spiazzi esterni. Se, come nel mio caso, la semina è parte integrante di questa passione, lo spazio diventerà angusto ancora più velocemente. Con la semina infatti si possono ottenere decine di piante di una stessa specie, che moltiplicate per le specie ogni anno seminate finiranno con l’invadere serre, balconi e terrazze. Questo anche perché cactus e succulente in generale crescono più velocemente di quanto comunemente si pensi. Una pianta da seme può letteralmente raddoppiare di volume nell’arco di un solo anno, se cresce correttamente. Ho semine di Ferocactus, Astrophytum, Ancistrocactus, Echinocactus, Stenocereus, Mammillaria, Coryphantha, Gymnocalycium, Thelocactus, talee di Tephrocactus e Opuntia che in due anni sono passate da vasetti da 5 centimetri a vasi da 8 o 9 centimetri. Questo non vale per tutte le specie, fortunatamente, perché ci sono parecchie piante a crescita relativamente lenta, come Ariocarpus e Copiapoa, e piante che anche da adulte avranno dimensioni contenute, come Turbinicarpus, Epithelantha e Pelecyphora, giusto per fare qualche esempio con specie che ho seminato.
Salvare spazio
Ingegno a parte esistono trucchi o accorgimenti per salvare spazio e massimizzare quello offerto da bancali, mensole o balconi? A meno che non si scelga di rallentare forzatamente (e fino a un certo punto) la crescita delle piante evitando rinvasi frequenti, l’unica via di fuga è offerta dai vasi quadrati e da cassette quadrate in cui ripicchettare le semine.
Su pro e contro di vasi in plastica e vasi in cotto ho scritto in questo articolo specifico.
I vasi quadrati sono quelli normalmente utilizzati da appassionati e coltivatori di lungo corso. A parità di ingombro offrono un volume maggiore rispetto ai vasi tondi. La ragione è semplice: i vasi quadrati si possono facilmente avvicinare tra di loro riducendo gli “spazi morti” che lasciano inevitabilmente i vasi tondi (che uso ancora ma solo per alcune mie semine in esubero). Quegli angoli vuoti tra un vaso tondo e l’altro, in sostanza, possono essere riempiti di terriccio usando vasi quadrati. In questo modo le piante avranno più spazio per sviluppare l’apparato radicale e si potranno diradare maggiormente nel tempo i rinvasi. Stesso discorso per i semenzali: se tenuti in contenitori quadrati come cassette di polistirolo o plastica (ci sono quelle apposite per la semina, con fori di scolo, larghe e basse) avranno più terra a disposizione. Questo si tradurrà in uno sviluppo maggiore dell’apparato radicale con utilizzo di minore spazio rispetto a piccoli vasi tondi in cui ripicchettare le singole piantine. Con maggiore spazio e più terra a disposizione le giovani piante cresceranno più velocemente, questo è vero, ma saranno più in salute e potranno essere lasciate nei contenitori fino a che non arriveranno a sfiorarsi le une con le altre. A quel punto sarà necessario un rinvaso in vasi singoli (o in vasi più grandi diradando le piante) e… ci troveremo al punto di partenza, alla disperata ricerca di spazio.
Un altro trucco è quello di ricorrere a vasi profondi. E’ vero che alcune specie, come Echinocactus e Ferocactus, gradiscono vasi ampi per poter allargare l’apparato radicale e tenere le radici distese anche a livello superficiale, ma molte altre, in particolare quelle con radice a fittone (un esempio su tutti: Ariocarpus) necessitano di profondità per crescere bene. Piante come Ariocarpus, alcune Mammillaria, alcune Coryphantha, diversi Turbinicarpus, alcuni Gymnocalycium e Thelocactus hanno radici napiformi (vale a dire a “carota”, a fittone, appunto) o comunque radici primarie larghe, spesse e lunghe. Per queste specie è bene usare vasi più alti che larghi ed le evitare ciotole, così da favorire lo sviluppo del fittone e aiutare il fusto della pianta a restare basso. Vasi alti contengono maggiori quantità di terriccio e ci consentiranno, anche in questi casi, di diradare nel tempo i rinvasi salvaguardando spazio.
I vasi quadrati
In commercio, da rivenditori specializzati, presso vivai di succulente o in rete, si trovano facilmente i classici vasi quadrati neri da coltivazione. In fatto di misure la scelta è ormai molto vasta e si va dal vaso da 5 centimetri di lato a quello da 14 centimetri. Si trovano anche vasi di profondità differenti: da quelli da 7 centimetri di lato e 8 di altezza a quelli da 7 centimetri di lato a 10 di altezza. Esistono anche vasi specifici per piante con radice napiforme: possono andare da 7 centimetri di lato per 14 di altezza a 11 centimetri di lato per 20 di altezza. Si tratta quindi di vasi stretti con una profondità pari al doppio della lunghezza dei lati. Tenendo conto del fatto che ovviamente vanno bene solo per alcune specie (anche dal punto di vista estetico, non sono il massimo per generi come Echinopsis, Ferocactus, Echinocactus, Parodia, ecc.), in molti casi il risparmio in termini di ingombro sarà notevole. Al tempo stesso, la pianta avrà a disposizione terra e volume in quantità.
Oltre ai tradizionali vasi neri, in commercio si trovano vasi quadrati color terracotta. In genere questa tipologia di vaso ha dimensioni maggiori rispetto al tradizionale vaso da coltivazione e può abbondantemente superare i venti centimetri di lato. L’altezza di questi vasi è di poco superiore alla lunghezza dei lati. Sono da preferire per specie globose che raggiungono grandi dimensioni, con radici tendenti ad allargarsi non troppo sotto la superficie piuttosto che a scendere in profondità, come i citati Ferocactus, Echinocactus, poi alcuni Gymnocalycium (il saglionis, che è il più grande di tutto il genere, ad esempio), Notocactus/Parodia, Oroya, Lobivia, Matucana, certe Mammillaria, molti cereus e piante pollonanti alla base come le Echinopsis.
Per tutte queste piante, salvo i cereus e le colonnari in genere, vanno benissimo anche ciotole ampie e poco profonde che dal punto di vista estetico possono esaltare la forma globosa o accestita della pianta. Il prezzo da pagare è però il consumo di spazio: una volta affiancate tra di loro le ciotole lasceranno angoli vuoti inutilizzabili dalle piante. A quel punto non resterà che l’ingegno o la resa di fronte all’impossibilità di aggiungere nuovi esemplari!
Qualche consiglio
Un ultimo accorgimento al quale si può ricorrere per contenere gli spazi è quello di concentrarsi su piante di “piccola taglia”. Se si coltivano cactus, in particolare, è possibile puntare su determinati generi i cui esemplari, per loro natura, anche da adulti rimarranno di dimensioni contenute. Qualche esempio: Turbinicarpus, Epithelantha, Aztekium, alcune Mammillaria, Pelecyphora, Strombocactus, alcuni Gymnocalycium, Geohintonia, Escobaria.
Nella foto in alto e in quella qui sopra, l’allestimento del nuovo bancale sul quale ho posizionato tutte le semine e gli esuberi di mie semine degli anni passati. Lo spazio a disposizione sembra tanto, ma conoscendo la velocità di crescita delle piante, tempo due anni e il nuovo bancale sarà quasi del tutto occupato…
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It is a headache problem… always we have no space.
I solved a part of this problem hanging the pot with wire. I can use the space from the table to the roof. Especially it is good for seedlings which need enough drainage, I think. :))
But another problem the pot will be blocking sunlight….
Yes, space is always a problem for all of us! But your solution is really interesting! 🙂
Concordo pienamente
Ciao, avresti siti da suggerire dove trovare vasi in plastica quadrati colore terracotta? Ne ho presi di neri da SeedCactus (sperando di poter dire il nome), ma sono proprio molto tristi a mio parere, esteticamente…
Ciao, di solito io li trovo da SeedsCactus. Ma se cerchi su Google sicuramente trovi altri rivenditori…