Come si puliscono i frutti dei cactus e come si conservano i semi per riprodurre le nostre piante

Una volta raccolti i frutti dai nostri cactus, cosa fare per ripulirli e ricavare i semi? E come conservare i semi dei cactus in attesa della semina? Possono sembrare domande banali ma una accurata pulizia dei semi e la corretta conservazione sono fondamentali per il buon esito della semina e per evitare che gli stessi semi deperiscano o vadano soggetti a muffe che ne impediscano la germinabilità o che uccidano le piante appena nate.

Riprodurre i cactus partendo dai semi è uno dei migliori modi per conoscere a fondo queste piante. Attraverso la semina possiamo infatti osservare tutto il ciclo di vita della pianta, dalla nascita alla produzione del primo fiore, all’invecchiamento, alla morte. Senza scordare la grande soddisfazione che la nascita delle plantule è in grado di offrire a chi pratica la semina per la prima volta così come a chi la pratica ogni anno da decenni. Per non dire del primo fiore: arrivare a vedere che quella pianta che abbiamo fatto nascere da un piccolo seme, dopo due anni o dopo vent’anni a seconda della specie, apre finalmente il suo fiore… non ha prezzo, c’è poco da fare. Ma prima di arrivare a tutto questo – riguardo alla procedura di semina ricordate che in questo sito è presente un’intera sezione con almeno una quindicina di articoli dedicati a questo argomento, a questo link – occorre procurarsi i semi. Banale, scontato. Ma senza quelli non si va da nessuna parte. E due sono i modi per procurarsi i semi: acquistarli da rivenditori specializzati (ormai quasi esclusivamente online) oppure produrli con l’impollinazione manuale di proprie piante. Oppure… semplicemente raccogliere i frutti che le nostre piante hanno prodotto grazie a qualche insetto impollinatore, accettare il fatto che potrebbero essere state impollinate due piante non di identica specie (e che quindi avremo a che fare con dei nascituri ibridi), pulire i frutti, conservarli e seminarli alla volta della primavera.

In questo articolo e nel video correlato vediamo come pulire e preparare i semi di cactus per la conservazione in vista della futura semina. Ricordiamo sempre che i semi vanno conservati correttamente, pena il deterioramento degli stessi e il conseguente drastico calo di germinabilità. (…)

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Tra esemplari unici e rarità: visita alle serre di Mario Del Panta, il “re” degli Astrophytum

Con cactus e piante succulente si può dire che ci è letteralmente cresciuto. Fin da piccolo bazzicava il vivaio gestito dalla nonna, dove le “piante grasse” abbondavano. “Incidevo le Euphorbia obesa con l’unghia e tutte le volte restavo colpito da quel lattice bianco che producono“, ricorda ridendo. Da allora, anche per Mario Del Panta gli anni sono passati e quello che prima era il lavoro della nonna è oggi il suo lavoro, oltre che una delle sue principali passioni. Un destino per certi versi “segnato”, anche perché siamo a Bordighera, nel tratto della Liguria a un passo dalla Costa Azzurra francese, un’area che vanta uno dei migliori microclimi di tutta Europa e qui le piante succulente te le ritrovi praticamente ovunque. E’ qui che Mario ha il suo vivaio, costituito da varie serre – serre di una volta, in ferro e vetro, affascinanti e cariche di storia – ed è qui, letteralmente a due passi dal mare (in linea d’aria tra le sue serre e la spiaggia non corrono nemmeno 30 metri) che Mario porta avanti la sua attività commerciale di produttore e grossista.

Nel “racconto” e soprattutto nelle foto che seguono, ecco un piccolo viaggio tra piante insolite, piante per veri appassionati e “semplicemente” esemplari meravigliosi di 40 o 50 anni d’età. (…)

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Il Giardino Esotico di Pallanca, un vero paradiso per gli amanti delle succulente: foto e video

Nel mio caso rappresenta ormai una tappa fissa, che raggiungo appena possibile ogni tre o quattro anni. Per altri appassionati di cactus e piante succulente, la visita al Giardino Esotico di Pallanca a Bordighera, in Liguria, a un passo dalla Costa Azzurra francese, può rivelarsi una piacevolissima scoperta e al tempo stesso un luogo dove imparare moltissimo su queste piante.

In questo articolo trovate una breve descrizione del Giardino Esotico, una corposa gallery fotografica e il link al video che ho realizzato in occasione della mia recente visita a questo vero e proprio orto botanico a cielo aperto e in fronte al mare. (…)

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Cosa sono i “polloni” dei cactus. E’ meglio toglierli o lasciarli? Influiscono sulle fioriture?

Cosa sono i polloni? C’è chi li chiama “rami” e chi li definisce “nuove teste”. C’è chi, più prosaicamente, li definisce “figli” della pianta madre. In tutti i casi si tratta di nuove “protuberanze” che spuntano attorno al corpo della pianta principale.

Nei cactus, così come nelle Agavi, è un fenomeno molto comune e se in alcune specie non accade mai, in altre succede molto facilmente anche con piante giovani. Attenzione: non stiamo parlando di semenzali nati al riparo del fusto della pianta madre da semi caduti da quest’ultima, ma di veri e propri nuovi corpi attaccati al fusto principale e che spuntano da quest’ultimo per poi crescere costantemente di dimensione. Il termine corretto è “polloni” e a chiunque coltivi cactus o abbia dato un’occhiata a questa famiglia di piante in un vivaio o in un orto botanico sarà capitato di osservare uno o più esemplari pollonati. Perché i cactus producono i polloni, quali generi sono più propensi a pollonare e quali meno? E ancora, la domanda più frequente: è vero che i polloni “rubano” energia alla pianta madre e ne riducono le fioriture? I polloni stessi possono fiorire? Altra domanda molto frequente: conviene lasciarli attaccati alla pianta madre o è meglio toglierli? Possono essere usati come talee per ottenere nuove piante identiche alla pianta madre e, in caso di malattia di quest’ultima, possono essere staccati per salvarla e riprodurla? 

In questo articolo approfondiamo il tema e diamo una risposta a tutte queste domande. (…)

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La forza della Natura: storia di una mia Opuntia in piena terra, morta e… rinata

Da un esperimento fallimentare a una bella sorpresa. Ecco cosa ho scoperto nei giorni scorsi all’esterno della mia serra, in una zona dove passo raramente: una pala di Opuntia spuntata tra la vegetazione spontanea ormai secca. Il Nord Italia non è certamente la zona ideale per la coltivazione di piante succulente all’esterno, a causa soprattutto degli inverni freddi, umidi e piovosi. Tuttavia, diverse succulente possono adattarsi e sopravvivere anche qui in Pianura Padana, come le Agavi e alcune Opuntia. E’ per questo che un paio di anni fa ho voluto fare un esperimento di coltivazione (uno dei tanti che faccio regolarmente), collocando in piena terra, accanto alla mia serra, una pala ben radicata di Opuntia (credo si tratti della specie ficus-indica). Tempo un anno e a metà del primo inverno la pianta è marcita. Ha cominciato con un ingiallimento lungo i bordi, proseguito con l’annerimento della parte apicale e con l’espansione del marciume fino alla base. In primavera, preso atto del fallimento, non ho fatto altro che tagliare di netto la pala marcita al livello del terreno, per poi ricoprire tutto con normale terra di campo. Qualche giorno fa, con mia sorpresa, ho scoperto che la pianta non era affatto morta. Anzi, con la tenacia e l’attaccamento alla vita che è proprio delle cactacee, l’Opuntia è rinata e ha dato vita a un nuovo “articolo” (le cosiddette “pale”), che immagino essere temprato e pronto ad affrontare il nuovo inverno con più chances della pala originaria.

Ma andiamo per ordine e raccontiamo la storia dall’inizio nell’articolo che segue. (…)

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