Il rinvaso mirato: piante da identica semina in terricci diversi per testare il substrato

Effettuare test ed esperimenti con varie tipologie di terriccio può essere un ottimo metodo per individuare quale sia il substrato migliore per ogni specie di cactus e pianta grassa. Naturalmente si tratta di un lavoro impegnativo, ma i test sono consigliati a chiunque voglia approfondire la propria conoscenza con le piante grasse e assicurare loro le migliori condizioni di crescita.

E’ tempo di… test. Tra la fine di dicembre e la fine di febbraio, appena ho tempo, mi dedico al rinvaso delle piante in serra. Ovviamente rinvaso solo piante in stasi, con terriccio ben asciutto, rimandando alla primavera il cambio di vaso per le piante che in inverno tengo in vegetazione, magari all’aperto (ma pur sempre in vaso e non in piena terra, ovviamente). Oggi ho svasato e messo a dimora una cinquantina di piante che ho ottenuto con semina a luce e calore naturale. Alcune sono nate nel 2014, altre nel 2016 (ma già sufficientemente grandi per essere rinvasate). E’ stata l’occasione per avviare un utile test su varie tipologie di terriccio per capire come questo incide sulla crescita di alcune determinate specie di cactacee.

Vediamo nell’articolo che segue in cosa consiste esattamente questo esperimento sul substrato e vediamo, grazie all’aggiornamento fotografico a due anni di distanza dal rinvaso, come sono cresciute le piante. (…)

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Terra, terriccio, composta, mix: in altre parole, il substrato per cactus e succulente

Torba, pomice, lapillo, sabbia, quarzite, ghiaia, zeolite, akadama, terra di campo sono tutti materiali idonei alla realizzazione di un buon substrato per la coltivazione di cactus e piante grasse in generale. Esistono però infinite possibilità per arrivare alla realizzazione di un substrato ottimale per le piante grasse: è quello che vedremo in dettaglio in questo articolo, rispondendo così ad alcune delle domande più frequenti nella coltivazione di queste piante, ossia “quale è il terriccio giusto per i cactus?”, “come si realizza il substrato ideale per le piante grasse?”, “quale terriccio per i cactus”, “di quali substrati hanno bisogno i cactus?”.

Sarò tranchant, ma voglio sgombrare subito il campo da equivoci e falsi miti: la terra giusta per i cactus non esiste. Esistono tanti tipi di terricci (o composte, substrati, miscele, la sostanza non cambia) e ci sono generi che prediligono determinate sostanze e altri che ne richiedono altre ancora. Stabilito questo e depennata una delle prime Faq (Frequently Asked Questions) del cactofilo alle prime armi – «Quale è la terra migliore per i miei cactus? – si può dire che da una parte ci sono le caratteristiche che un buon terriccio per cactus deve necessariamente avere, ossia una buona capacità di drenaggio e una bassa percentuale di materiale organico (ad esempio torba o humus di lombrico); dall’altra le esigenze delle singole piante, che possono variare sensibilmente da genere a genere e da famiglia a famiglia (le esigenze in fatto di terriccio di un cactus, ad esempio, possono essere molto diverse rispetto a quelle di una Crassula o di un’Agave).

Vediamo in questo articolo quali sono i migliori substrati per la coltivazione di cactus e piante grasse sulla base della mia esperienza e a seguito di prove e sperimentazioni con varie miscele nel corso degli anni. Nell’articolo vengono descritti nel dettaglio i vari substrati con le percentuali e i dosaggi dei singoli materiali (come pomice, torba, lapillo, sabbia, perlite, ecc.) che dovranno essere assemblati per arrivare al terriccio finale. (…)

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La torba è davvero un killer di cactus? Miti e conferme sui materiali di coltivazione

Il terriccio, detto anche substrato, è l’insieme di vari materiali che serve per mettere a dimora una pianta in vaso. Per i cactus e per le piante grasse esistono moltissimi terricci, anche perché queste piante sono molto adattabili. In commercio sono reperibili terricci pronti all’uso ma ogni coltivatore con un minimo di esperienza sa che la cosa migliore è realizzare direttamente il substrato adatto per ogni tipologia di pianta succulenta partendo dai singoli materiali.

Dunque, ci metto il lapillo o solo la pomice? La torba è davvero un demonio ammazza-cactus, così come si sente dire in giro? Ma allora com’è che i vivaisti coltivano in torba quasi al 100% e non passano le giornate a contare i morti in serra? E’ un campo (e il termine ci sta tutto) sterminato, quello dei materiali e degli elementi che possono finire in una composta per cactus e piante grasse. Un campo sterminato in primo luogo perché le variabili sono infinite e vanno dai regimi di coltivazione, ai fattori ambientali, alla latitudine, fino alla tipologia di pianta (ci sono differenze tra le esigenze, in termini di substrato, tra una caudiciforme e un cactus, per esempio). Poi perché gli stessi elementi, si pensi alla terra di campo, possono variare immensamente tra loro. Ad esempio in base alla zona di “prelievo”: chiaro che la terra della Pianura Padana non può avere le stesse caratteristiche chimiche di quella di una certa zona della Bolivia, per dirne una. Sicché, come ci si orienta tra i tanti elementi e materiali che possiamo reperire – alcuni facilmente, altri meno – per poi miscelarli e realizzare una buona composta? Una prima risposta, banale finché vogliamo ma sempre sensata, è l’esperienza. L’osservazione diretta. La sperimentazione, insomma. Un’altra risposta banale e forse proprio per questo spesso lasciata cadere nel vuoto è la conoscenza. Conoscenza delle proprietà dei singoli “ingredienti” che vanno a creare il substrato e conoscenza delle esigenze della singola pianta.

Ecco allora, nell’articolo che segue, una panoramica di alcuni elementi che nel corso degli anni ho usato nelle mie miscele: alcune studiate, frutto di confronto con amici coltivatori o di letture di libri scritti da attendibili cactofili, altre incoscientemente (o criminalmente?) assemblate con lo scopo di testare il livello di sopportazione di questa o quella pianta. Lascio a un post specifico l’approfondimento dei substrati. (…)

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